Campo Imperatore (Mercurio)
Roma mi ha dato il benvenuto con un caloroso abbraccio colmo di raggi di sole, il pomeriggio del 7 settembre scorso. Altrettanto calorosa e coinvolgente l'accoglienza di Mistostretto che aveva in programma per domenica 9 la gita turistica a Campo Imperatore. Il sabato lo dedico alla messa in strada della moto che avevo lasciato sospesa su due cavalletti, scollegata dalla realtà e coperta con un manto azzurro. Nel pomeriggio la puntuale visita presidenziale all'Antica frutteria, dove trovo il Presidente in ottima forma e felice per le recenti vacanze fatte. Il luogo dell'appuntamento è il primo benzinaio sulla A24 dove trovo gli amici di sempre ed altri che si sono uniti a Mistostretto gita dopo gita. Sono concentrati in un angolo ombreggiato a ridosso delle loro moto che troneggiano nell'area antistante. Nella loro staticità si pavoneggiano come studentesse impazienti di partire per la sospirata gita ed aspettano civettuole che i rispettivi cavalieri diano loro l'importanza e l'attenzione che meritano. Completato il sacro rito della vestizione si parte: Roma - Vicovaro (A24). Si è in dodici, il gruppo come sempre nei tratti autostradali è compatto e poco incline alla velocità. Lasciata l'autostrada, moto e uomo diventano un tutt'uno ed iniziano a danzare con eleganza e ad un ritmo sempre crescente ed incalzante - sembra il Bolero di Ravel - sulla via di Carsoli e Magliano dei Marsi. Le danze si fermano per una pausa ad Ovindoli dove il gruppo si ricompatta e sulle note della banda locale che sembrava stesse lì ad attenderlo, ci si guarda compiaciuti per esserci e fieri di questa forte passione per le due ruote che ci unisce. La moto è un elemento catalizzatore, è travolgente, ammaliatrice come le sirene lo furono per Ulisse, ma noi non abbiamo chiesto di essere legati per resistere, abbiamo ceduto subito. L'atmosfera è fantastica, frizzante e gioiosa. In questa cornice non poteva mancare Cupido, che come d'incanto ci porta una giovane e tenace amazzone a noi tanta cara,accompagnata da un prode cavaliere. Entrambi si uniscono e si riparte con lo stesso ritmo e crescente entusiasmo per Rocca di Mezzo ed Assergi dove si effettua una sosta carburante. Con i ventri ben pieni ed i bollori raffreddati, si riparte per raggiungere la meta prefissata: Campo Imperatore, Rifugio Mucciante. Per la prima volta ai nostri occhi questa meravigliosa spianata non si presenta più come selvaggia, imponente e desolata, popolata da una esigue specie umana. Ci si guarda intorno smarriti ma attenti a non perdere l'entusiasmo. Il nostro appetito famelico vede svanire il piacere di cingere con mano ferma quei sottili e preziosi bastoncini colmi di squisiti bocconcini di carne, comunemente denominati arrosticini. La nostra delusione può solo osservare con sguardo innocente ma voglioso, gli invasori che raccolgono gli arrosticini dai bracieri per farli sparire nelle loro fauci: spero sia consapevoli del privilegio che si stanno vivendo. Amarezza e delusione sembra vogliano prendere il sopravvento, non c'è trippa per gatti, l'entusiasmo e la certezza di una alternativa resistono stoicamente. Si riparte alla ricerca di un posto di ristoro. Impresa non facile perchè gran parte del genere umano, con ogni mezzo, ha deciso di riversarsi in questi luoghi. Bussiamo ad ogni porta come stanchi viandanti in cerca di cibo, acqua e ristoro: la Beata Vergine e San Giuseppe in quel lontano 24 dicembre in quel di Betlemme trovarono forse con più facilità il luogo dove fermarsi. La provvidenza ci ha aiutato, conducendoci in località Forca di Penne, dove troviamo un anonimo punto di ristoro in cima ad una salita sterrata. Il luogo sapeva di buono, era caldo ed accogliente. Al posto dei Re Magi e dei pastorelli, una intraprendente e rigogliosa ostessa si prende cura di noi offrendoci ogni pietanza. Ritrovarsi finalmente a tavola e trovare sopratutto, tra i vari ed abbondanti piatti, gli arrosticini ci ha restituito in pieno il sorriso ed aperto ancor più lo stomaco. A tavola ho avuto il piacere di conoscere meglio i volti nuovi, almeno per me, ed apprezzare i vecchi, non di età ma di partecipazione. Accanto a me c'era Luigi che avevo già visto. Discreto e compito nella sua stupenda tuta vintage con abbinati stivali d'epoca. Il tutto arricchito da una montatura argento con lenti celesti: siamo tra gli anni 70 ed 80, è impeccabile, complimenti Luigi. Capitan Kirk, elegante e curato come sempre, un gentiluomo di campagna motorizzato, l'inseparabile cappellino, occhialini avvolgenti dietro ai quali occhi attenti osservano tutto. Bibbo, grande in tutto, una forza della natura, grande intrattenitore e padrone in ogni situazione, un inarrestabile fiume in piena. Lascio per ultimo, l'intrattenitore per eccellenza che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare in questa occasione. E' quella tipica ed immancabile figura che rende speciale ogni gruppo e profonde leggerezza e sorrisi: Claudio. L'aspetto è quello di un caratterista dei migliori film americani. Maturo, navigato, il capello bianco la dice lunga. Salta sicuro e competente da un argomento all'altro, non c'è materia, argomento in cui non sia edotto. Si rivolge con malcelato sguardo seduttivoalla prosperosa e giovane ostessa che ricambia lusingata e non smette di servire cibo: le ultime portate sono poderose bistecche al sangue che non tutti assaggiano. Gli unici a non perdere la battuta sono Bibbo, Claudio cui segue, forse un pò in difficoltà il Presidente. A fatica si ritirano le gambe da sotto il tavolo. Si riparte, con qualche chilo in più e la certezza di assaporare nell'intimità del casco ogni pietanza e calice trangugiato. Goffamente ci si rimette in sella e ci si dirige verso L'Aquila per i saluti. Alcuni, tra i quali il sottoscritto, prendono l'autostrada, foto di commiato con il massimo del cazzeggio. Gli irriducibili proseguono per Antrodoco, le curve non sono mai abbastanza, e poi alla volta di Roma. Un'altra indimenticabile gita con Mistostretto. Un caro saluto a tutti ed alla prossima.