Lago di Campotosto (Mercurio)
Negli ultimi tempi si è acceso un vivace dibattito, che ha visto schierati su fronti opposti lo chef Cracco e gli amatriciani con in testa il primo cittadino alquanto indignato per l’invasiva rivisitazione della ricetta dei prelibati e famosi bucatini all’amatriciana. Lo chef ha toccato nell’intimo la sensibilità e l’ortodossia culinaria di Amatrice, ritenendo utile e ricercato utilizzare l’aglio in camicia per la preparazione degli impegnativi bucatini. Impegnativi perché questo tipo di pasta è difficile da gestire nell’atto del mangiare, azione in cui viene piacevolmente infranta ogni etichetta. Impegnativi perché la manovra di “attorcinamento” ad opera della forchetta di questo tipo di pasta, fa si che la quantità raccolta sia sempre abbondante. La robusta forchettata si accompagna ad un singolare sibilo che si emette al passaggio del prelibato boccone dalla forchetta alle vogliose fauci dell’insaziabile commensale. La vista di questo piatto fumante e profumato scatena una incontrollabile libido alimentare anche nella persona più attenta alle buone maniere. Quest’azione libera in modo imprevedibile una discreta quantità di particelle dell’appetitoso sugo, reso denso dal formaggio, che vanno a depositarsi intorno agli angoli della bocca oltrechè spargersi sugli abiti. In ragione di ciò, l’effervescente e vulcanico Claudio, alias Bellicapelli, ha pensato di dare un segnale di solidarietà ad Amatrice arricchendo il nutrito programma di gite del Mistostretto, con l’inserimento appunto di Amatrice come meta per una escursione domenicale. Giorno prescelto, domenica 10 maggio, luogo d’incontro la BMW in Via Salaria, ore 09:00. La giornata è meravigliosa, calda ed irradiata da un sole accecante che ci accompagnerà per tutta la giornata. La temperatura e la calura, da estate inoltrata, consiglierebbero un abbigliamento più adeguato e fresco, ma ragioni di opportunità e sicurezza fanno desistere dall’incauta scelta. Il luogo dell’incontro è anonimo, fuori dal tempo. Un porzione di asfalto mal tenuto sul ciglio della Salaria con alle spalle la sede BMW riconoscibile solo per la sigla che dall’alto dell’edificio troneggia sul nulla: la domenica anche gli operosi teutonici riposano. Il folto e multicolore gruppo di moto e motociclisti lì raccolto, conferisce una forte nota di vivacità ed amenità a quel luogo. Il Referente, collocandosi su un immaginario ed austero podio, da inizio al consueto briefing. Improvvisamente il chiassoso gruppo con ordine e reverenza si riunisce intorno a lui concentrando la propria attenzione alla sua esposizione. Per l’occasione il Nostro ha scelto una mise tecnica e casual allo stesso tempo. Al di sopra del giubbotto performante indossa la casacca verde fosforescente (riservata a chi è la luce, la guida) che ben si abbina ai pantaloni tecnici color beige griffati BMW, modello cargo/combat. Al termine del briefing, inizia il rito individuale della vestizione, si accendono i motori, ognuno con tono ed intensità differente e si parte. Le numerose moto si spalmano su una Salaria amorfa e pigra svicolando tra le auto dei gitanti domenicali. Come sempre avviene, il gruppo si divide in sottogruppi accomunati dallo stesso ritmo di guida. L’unico a non rispettare questo schema sono io e non certo per indolenza o spirito ribelle. Non mi è ancora ben chiaro - malgrado abbia già partecipato ad altre gite - se sia io a non integrarmi al loro stile di guida o sono loro a non uniformarsi al mio. Comincio a credere che l’ipotesi più probabile e vicina alla realtà, ahimè, sia la prima! E’ impossibile tenere il loro passo. Al riguardo, menziono un fugace episodio. Ad un tratto vedo passarmi, ovviamente in curva altrimenti verrebbe meno il piacere, Cristiano Lubabbo. Da dove sia arrivato e quando non lo so, so soltanto che alla partenza da Roma non era con noi. Come d’incanto si è materializzato in una curva, esibirsi con tanto di saluto con quella prodezza, sparire all’orizzonte per ritrovarlo al ristorante ben piantato sulla sedia pronto a fare razzia, come tutti del resto, delle varie portate. Questa è gente che conosce tutte le strade più impervie e sinuose della penisola ed è in grado di affrontare qualsiasi terreno. Il percorso prescelto era bello ma ben tortuoso e reso ancor più impegnativo dalle cattive condizioni del manto stradale. Ovviamente questa è una mia personale considerazione che nulla toglie alla meravigliosa giornata. Per me come sempre è stata un’esperienza di guida fantastica, di grande e sfrenato cazzeggio, arricchita dai numerosi e preziosi suggerimenti e consigli che gli Amici dl Mistostretto mi dispensano. Mi diverto sempre più ed ho notato che di volta in volta, in curva vedo l’asfalto avvicinarsi sempre più, i suoi pori diventano via via più nitidi. Ovviamente, voglio ben sperare che a fronte di un positivo e crescente avvicinamento io riesca a mantenere sempre una adeguata distanza di sicurezza dal suolo. Dopo aver macinato numerose curve di varia natura: a raggio crescente, decrescente, in salita, in discesa, curve, controcurve e quant’altro, si arriva finalmente al ristorante. Un ampio parcheggio ospita già numerose moto. Siamo talmente tanti che abbiamo una sala tutta per noi e ci disponiamo su due tavoli. I brindisi, gli schiamazzi festosi e le derisioni reciproche si susseguono senza sosta e con evidente spirito goliardico. Le bottiglie di vino sfiorano appena il tavolo e sono già vuote. Arrivano gli antipasti, una fame atavica si scatena, si intrecciano piatti di salumi, fagioli, trippa, salumi e altro. Ciò che avviene alla vista del cibo porta la memoria a ricordare la scena del film “miseria e nobiltà”. L’amico e generoso Osvaldo afferra con discrezione un salume, lo affetta e me ne offre qualche fettina. Un gesto assai cortese e degno di apprezzamento in un contesto in cui ognuno pensa solo a se stesso e ad arraffare più che può dai piatti di portata. L’istinto primordiale della sopravvivenza e la ricerca ancestrale di procacciare il cibo si manifestano con un impeto di altri tempi. Arrivano enormi fiamminghe di metallo colme dei famosi bucatini all’amatriciana: in bianco, con il pomodoro, con e senza formaggio. Si prende di tutto. Il formaggio è servito a parte in capienti piatti di portata. Ognuno afferra il cucchiaio a mo di vanga e ne versa con visibile compiacimento smisurate quantità sul proprio piatto. Un’espressione di soddisfazione e fierezza si disegna sui volti, si afferra con tenacia la forchetta e ci si avventa sugli indifesi e provocatori bucatini. L’indimenticabile Alberto Sordi, in una pressoché analoga circostanza disse:”..m’hai provocato e mò me te magno!” Per mantenere ben alti i livelli di colesterolo e trigliceridi si invitano senza mezzi termini i camerieri ad estrarre dai fondi delle fiamminghe, a rovistare tra gli anfratti più reconditi di quella montagna di bucatini ogni pezzo di guanciale ben intriso di olio. E’ finita la mattanza, arriva il dolce, poi il caffè e via verso il lago di Campotosto, passo delle Capannelle e non so cos’altro. Curve e tornanti si susseguono in una irrazionale e faticosa alternanza. Si scende verso il lago, il paesaggio e la vista sono qualcosa di meraviglioso. Lontani dal cibo e dalla tavola l’amore per la natura e la sensibilità ritornano in noi. Ammiriamo estasiati le acque ferme del lago, il frangersi su di esse dei raggi del sole che iniziano ad attenuarsi. Le foto di rito e poi si prende la via del ritorno. Un saluto veloce, l’auspicio di condividere presto un altro giorno in moto ed a tavola. Infine o meglio, last but not least ed interpretando il pensiero di tutti, un affettuoso pensiero ed un caro saluto a Gioia che a causa di una banale scivolata ha lasciato il gruppo in anticipo. Sapere comunque che l’imprevisto occorso si sia risolto senza gravi danni ci ha consentito di concludere serenamente la giornata. Ciao Gioia a presto, un caro saluto da noi tutti.
Patrizio (Mercurio), 11.05.2015