Report Corsica 2012 Uiiiiiiiiiiiii (Ransie/Cobra)
Da Wikipedia
La Corsica (Corse in francese, Corsica in corso, Corsega in bonifacino) è un'isola facente parte della Repubblica Francese ed è, per estensione, la quarta isola del Mediterraneo (dopo Sicilia, Sardegna e Cipro), appartenente alla regione geografica italiana,con circa un terzo del suo territorio protetto come parco naturale, e gran parte del litorale ancora immune dalle colate di cemento che hanno deturpato gran parte delle coste mediterranee, la Corsica, quasi spopolata (31 abitanti/km²)
Da Mistostretto
La Corsica, durante l'anno è comunemente tranquilla e amena, tranne nel periodo di fine aprile dove è solito incontrare mandrie di MOTOSANGLIERS che marchiano veloci il territorio . E' un immensa pista di asfalto abrasivo e diamantato su cui sfregano gomme e saponette, ... terreno in cui i falchi e le aquile sono dedite alla caccia dei "Bianconigli", paesaggi e panorami concimati da alcune bestie peninsulari che vengono quine a sfogare i loro "pesi mentali e corporali".
Inizia la mia lotta al titolo di Cinghiala ...
La Corsica (Corse in francese, Corsica in corso, Corsega in bonifacino) è un'isola facente parte della Repubblica Francese ed è, per estensione, la quarta isola del Mediterraneo (dopo Sicilia, Sardegna e Cipro), appartenente alla regione geografica italiana,con circa un terzo del suo territorio protetto come parco naturale, e gran parte del litorale ancora immune dalle colate di cemento che hanno deturpato gran parte delle coste mediterranee, la Corsica, quasi spopolata (31 abitanti/km²)
Da Mistostretto
La Corsica, durante l'anno è comunemente tranquilla e amena, tranne nel periodo di fine aprile dove è solito incontrare mandrie di MOTOSANGLIERS che marchiano veloci il territorio . E' un immensa pista di asfalto abrasivo e diamantato su cui sfregano gomme e saponette, ... terreno in cui i falchi e le aquile sono dedite alla caccia dei "Bianconigli", paesaggi e panorami concimati da alcune bestie peninsulari che vengono quine a sfogare i loro "pesi mentali e corporali".
Inizia la mia lotta al titolo di Cinghiala ...




La sera prima di partire non riuscUIIIIIIIII a chiudere occhio, mi rigiravo nel letto, non faccevo altro che pensare a come sarebbe stata quella terra lontana..
La mattina, al trillo della sveglia, io e SHT saltiamo come due cavallette dal letto .... in pochissimo tempo avevamo già la tuta addosso e scalpitavamo per partire ... Arriviamo al punto di incontro e vediamo soltanto una moto ... IL PRESIDENTE!!!! Pian piano arrivano tutti ma qualcuno non si è svegliato ... STEFANO69 taccitua
!!!! L'attesa ha calmato leggermente la forte emozione ma appena lo vidUUUUUIIIIII arrivare ... era il segnale definitivo: SI PARTEEEEE!!! Facciamo tutta l'aurelia , curvette su curvette per togliere la ruggine e il drittoso quotidiano per chi come me fa il raccordo ogni giorno!! Un piccolo imprevisto ... la moto di Lub ha le perdite, ci fermiamo ad un baretto per visionare il problema, Lub e gli altri cominciano a smontare la moto, alcuni di noi decidono di andare, si stava facendo tardi e il traghetto purtroppo non aspetta nessuno! Arriviamo a Livorno, sbagliamo ingresso d'imbarco, torniamo indietro, lo troviamo, apriamo il gas e arriviamo al traghetto, il controllore che parlava via radio con la nave, ordinava di aspettare "Ci sono 5 moto .... no 8 .... " ... mancavano ancora Lub e gli altri rimasti con lui per il supporto tecnico ... qualche minuto di attesa, sentiamo i loro motori , e il controllore "Sono arrivate altre 3 moto ... "... DAI CAZZOOOOOO ... entrati tutti , chiudono il portellone, siamo arrivati per un pelo!!!! Ci accomodiamo nella sala, ci beviamo una cosetta, e poi io , SHT e Amelia andiamo all'aperto e li rimaniamo ... a dormire!!! Dopo circa 4 ore...vediamo la terra COOOORRRRSSAAAAAAAAAAAAAAAA!!! Arriviamo in albergo, ci sistemiamo e andiamo a cena. La sera distrutti ... abbiamo dormito come sassi!!!!
Racconterò le mie mistoSTRETTE di tortellino .... e le strade che mi hanno emozionato di più.
Tortellino 1: A zonzo per Zonza, curve strette contornate di burroni ... vedo l'asfalto lelly kelly, la vocina di SHT nella mia testa "quando vedi il brillantino opri" ... ehhhhhhhh io ho operto solo che era solo un pezzettoooo cazzo, faccio la curva a sinistra, veloce a destra, perdo il posteriore e la moto era ingovernabile, pinzo e chiudo gli occhi (ero sicura d'andà di sotto), invece la moto si ferma tra "due rocce altezza vigorsol", rimbalza, sbatto con l'anca, apro gli occhi e vedo l'immenso di sotto!!! Ho pensato : "Oh cazzo e mo ... " la moto era incastrata tra i sassi e una scolina di terra, impaurita provo a tirare indietro, niente da fare ... metto il cavalleto, respiro 5 minuti, guardo di sotto e con tutta la forza tiro la moto ... liberaaaaaaaaaaaaaa!!!! Si riparte... per un momento avevo pensato di aver sbagliato strada .. poi varco l'ultima curva e sulla rotonda c'erano gli altri ... la prima cosa cosa è stata baciare il mio SHT!!!!
Tortellino 2: Lo sterrato ... Il presidente mi aveva detto che per il titolo da cinghiala bisognava superare anche un pezzo di sterrato!!! Era arrivato il momento ... in realtà un pezzetto lo avevamo fatto ... ma che sarà mai... !!! Non me ne fregava niente ...dovevo farlo! Andiamo ... qualche buca, un pò di sporco, un velo di nebbia e poi .... una cunetta in salita con un ruscello da attraversare su roccia. Proseguiamo mentre la nebbia si addensava, l'umidità aumentava e la strada peggiorava ... ma in realtà mi stavo quasi divertendo (tanto a quelle velocità appoggi la moto e ricominci)!!! Arriviamo alla fine ... un'altra prova superata!!! DAI CAZZO .... mi sono spuntate le zanne ... mancavano solo gli zoccoli
Tortellino 3: Il ritorno del quarto giorno ... La strada era completamente buia, piena di nebbia, io e SHT, scortati da Marco e Amelia, non vedevamo niente con le visiere scure e piene di "monci" (insetti di varie forme e colori con cacche), la moto sbandava perchè al posto di seguire la strada percorrevo le cunette laterali ... è stata dura e poi arrivati al distributore , gli altri ci stavano aspettando, e mi hanno chiesto "Ma perchè ti fermi spesso per fare pipì?" e io : "Perchè il cobra mi ha detto: bevi.. bevi ... bevi"
Purtroppo è giunta l'ora di ripartire .... abbiamo beccato un pò pioggia , siamo arrivati stanchissimi ma orgogliosi di aver vissuto questa esperienza di vita!!!
Le strade più belle per me, sono state :
Il DITO: meraviglioso asfalto luccicante e panomara da paura
Ile-rousse saint florant .... semplicemente STRAORDINARIA e percorso in apnea (battezzato dal Mistostretto con l'adesivo sul cartello )
La Restonica : panorama mozzafiato ...
La scala di santa Regina : sembrava di stare in un paradiso infernale
MISTOSTRETTOOOOO SIAMO GRANDI !!!!

La mattina, al trillo della sveglia, io e SHT saltiamo come due cavallette dal letto .... in pochissimo tempo avevamo già la tuta addosso e scalpitavamo per partire ... Arriviamo al punto di incontro e vediamo soltanto una moto ... IL PRESIDENTE!!!! Pian piano arrivano tutti ma qualcuno non si è svegliato ... STEFANO69 taccitua



Racconterò le mie mistoSTRETTE di tortellino .... e le strade che mi hanno emozionato di più.
Tortellino 1: A zonzo per Zonza, curve strette contornate di burroni ... vedo l'asfalto lelly kelly, la vocina di SHT nella mia testa "quando vedi il brillantino opri" ... ehhhhhhhh io ho operto solo che era solo un pezzettoooo cazzo, faccio la curva a sinistra, veloce a destra, perdo il posteriore e la moto era ingovernabile, pinzo e chiudo gli occhi (ero sicura d'andà di sotto), invece la moto si ferma tra "due rocce altezza vigorsol", rimbalza, sbatto con l'anca, apro gli occhi e vedo l'immenso di sotto!!! Ho pensato : "Oh cazzo e mo ... " la moto era incastrata tra i sassi e una scolina di terra, impaurita provo a tirare indietro, niente da fare ... metto il cavalleto, respiro 5 minuti, guardo di sotto e con tutta la forza tiro la moto ... liberaaaaaaaaaaaaaa!!!! Si riparte... per un momento avevo pensato di aver sbagliato strada .. poi varco l'ultima curva e sulla rotonda c'erano gli altri ... la prima cosa cosa è stata baciare il mio SHT!!!!





Tortellino 2: Lo sterrato ... Il presidente mi aveva detto che per il titolo da cinghiala bisognava superare anche un pezzo di sterrato!!! Era arrivato il momento ... in realtà un pezzetto lo avevamo fatto ... ma che sarà mai... !!! Non me ne fregava niente ...dovevo farlo! Andiamo ... qualche buca, un pò di sporco, un velo di nebbia e poi .... una cunetta in salita con un ruscello da attraversare su roccia. Proseguiamo mentre la nebbia si addensava, l'umidità aumentava e la strada peggiorava ... ma in realtà mi stavo quasi divertendo (tanto a quelle velocità appoggi la moto e ricominci)!!! Arriviamo alla fine ... un'altra prova superata!!! DAI CAZZO .... mi sono spuntate le zanne ... mancavano solo gli zoccoli




Tortellino 3: Il ritorno del quarto giorno ... La strada era completamente buia, piena di nebbia, io e SHT, scortati da Marco e Amelia, non vedevamo niente con le visiere scure e piene di "monci" (insetti di varie forme e colori con cacche), la moto sbandava perchè al posto di seguire la strada percorrevo le cunette laterali ... è stata dura e poi arrivati al distributore , gli altri ci stavano aspettando, e mi hanno chiesto "Ma perchè ti fermi spesso per fare pipì?" e io : "Perchè il cobra mi ha detto: bevi.. bevi ... bevi"







Purtroppo è giunta l'ora di ripartire .... abbiamo beccato un pò pioggia , siamo arrivati stanchissimi ma orgogliosi di aver vissuto questa esperienza di vita!!!



Le strade più belle per me, sono state :
Il DITO: meraviglioso asfalto luccicante e panomara da paura

Ile-rousse saint florant .... semplicemente STRAORDINARIA e percorso in apnea (battezzato dal Mistostretto con l'adesivo sul cartello )



La Restonica : panorama mozzafiato ...
La scala di santa Regina : sembrava di stare in un paradiso infernale
MISTOSTRETTOOOOO SIAMO GRANDI !!!!





Ransie
Ed ecco il tanto promesso report completo... lo faccio oggi che ho (quasi) ripreso le forze
25 Aprile - Giorno 1
Incredibile ma vero, per una volta riesco a partire avendo le borse gia' pronte e montate dal pomeriggio prima; quasi inquietante come cosa, visto che di solito la mattina della partenza ritardo quell'oretta buona sul previsto per trovare un modo di fissare i bagagli sulla moto. Mi alzo comunque alle 5, un orario anti-umano, e di riffa e di raffa arrivo all'appuntamento in perfetto orario per la "partenza senza colazione". Penso di essere l'ultimo, e invece mentre saluto gli altri scopro che Scroto non solo non e' ancora arrivato, ma si e' svegliato un paio di minuti fa. Andiamo bene, visto che abbiamo il traghetto prima delle 13.00 e la strada per Livorno e' parecchia la preoccupazione monta un po'. Nell'attesa comincio a marcare il territorio (sara' un leit-motif di tutto il viaggio) e Canepazzo ne approfitta per rimuovere a colpi di scopa (!) il "leggerissimo" eccesso di grasso sparso sulla catena, sul cerchione, sulla gomma, sul mono, sul supporto, sul telaio...
Stefano utilizza il teletrasporto, e alle 7.20 si parte. Il primo tratto di Aurelia e' davvero noioso, ma dopo Grosseto di addentriamo nell'interno per qualche piacevole curvetta. Comincio a fare confidenza con le gomme nuove, che praticamente non ho ancora avuto modo di provare, e come gli altri mi risparmio decisamente in vista dei prossimi giorni. Pero', a dirla tutta, mi sento anche un bel po' arrugginito, visto che l'R6 da mesi riposava in garage; mi accorgo pero' che i mesi passati sul GS mi hanno cambiato l'impostazione di guida, ed ora entro molto piu' fluido nelle curve.
Si pero' quante curve sono? Si fa strada, strada, curve, curve, e non ci si ferma mai al benzinaio! Spersi nel mezzo della Toscana, ai piu' si accende la spia della riserva, e con non poca preoccupazione mi fermo a chiedere dove sia il distributore piu' vicino. Contando che mi dicono "a una quindicina" e che stimo di avere un'autonomia residua di 20km, proseguo con un pelo di gas e arrivo coi vapori al distributore. Ora, col pieno fatto e le gomme calde, si comincia a dare veramente il gassone; la strada e' piu' che divertente, e si procede velocemente. Ci fermiamo a un bivio ad aspettare gli altri, ma Danilo non arriva. In effetti un paio di bivi potevano essere male interpretabili in precedenza, e Danilo non risponde al telefono... Mentre ci cominciamo a preoccupare, notiamo che la moto di Lub perde liquidi. Sembra quello di raffreddamento; lo avevo notato un paio di giorni prima, ma quando lo avevamo controllato sembravano goccie residue; adesso invece la perdita e' decisa, e il volto di Lub si scurisce comprensibilmente. Spostiamo la moto all'ombra, e mentre grazie all'officina mobile del Cobra viene smontata la carena alla ricerca della perdita, gli altri pranzano. Arriva anche Danilo, che aveva girato da un'altra parte, e la perdita viene identificata proprio sulla pompa. Il suo meccanico al telefono lo tranquillizza abbastanza: basta che continui a mettere acqua per tutto il tempo e butti un occhio alla temperatura, e ce la dovrebbe fare. Ora pero' e' davvero tardi; il gruppone riparte, Lub, io, Zanza e Cane restiamo a rimontare la moto; Lub fa il pieno di bottigliette e le mette alla meno peggio sul ragno, con la conseguenza che alla terza curva fuori dal paese una cade, seminando il panico e il terrore fra gli amichi.
Siamo in ritardissimo: facciamo l'autostrada per risparmiare tempo, ma con i bagagli non possiamo di certo raggiungere velocita' Warp. Ecco infine il porto di Livorno! Imbocchiamo l'uscita, ma da la' in poi non ci sono piu' cartelli. Andiamo a istinto, e ovviamente sbagliamo strada un paio di volte. Entriamo a mazzetta dentro la stazione della Guardia di Finanza, un Ispettore ci guarda malissimo mentre con la faccia come il culo chiediamo dove sono gli imbarchi per la Corsica. Il Finanziere ci grazia e ripartiamo sperando di farcela - stiamo veramente parlando di minuti, se non secondi.
Arriviamo all'ingresso degli imbarchi e gli addetti all'ingresso ci salutano sventolando una immaginaria bandiera a scacchi (giuro) e facendoci cenno di dare il gas e sbrigarci. Arriviamo sottobordo che sono rimasti solo gli altri in fila, ad aspettarci. Saliamo al volo, e mentre le moto sono ancora accese il portellone inizia a chiudersi. Davvero per un pelo!!!
Abbandoniamo le moto nella stiva e saliamo sul ponte passeggeri. Sisio inizia la sua terribile battaglia contro il mare, e per sdrammatizzare si prende una leggerissima cotoletta con patate. Io mi sono fatto fuori i miei tre panini prosciutto cotto e mozzarella, e anche se non ho fame darei una bella spazzolata al self-service...
A bordo il tempo non passa mai, le 4 ore di traversata sembrano mille... inganniamo l'attesa prendendo il sole in coperta o girando per il traghetto. Poco prima di morire di inedia arriviamo a Bastia: scendiamo e ci fermiamo subito alla Yamaha davanti al porto per vedere se troviamo il pezzo di ricambio per Lub; la speranza e' vana, e mentre lui e Zanza ripartono per la sede periferica, dove il magazzino e' piu' fornito, noi altri si parte in direzione Corte.
Ecco le prime curve, e finalmente il primo gas vero!! L'asfalto Corso ci sorride, e mentalmente resetto tutti i parametri di guida. Arriviamo all'albergo col sorriso, ed in breve scarichiamo le moto e ci facciamo una rapida doccia. Andiamo al solito ristorante dove la signora non c'e' (scopriremo che e' stata appena operata), ma la sorella ci riconosce e ci fa lo stesso prezzo degli altri anni. Mangiamo bene e tanto come al solito, ci diamo giu' anche col vino, e poi ci dirigiamo verso le stanze per dormire, visto che domani si fa sul serio. Nicoletta mi chiede: "adesso che sono in Corsica ce li ho i mesi, Cobre'?" E no ragazza, ancora non hai visto niente...



25 Aprile - Giorno 1
Incredibile ma vero, per una volta riesco a partire avendo le borse gia' pronte e montate dal pomeriggio prima; quasi inquietante come cosa, visto che di solito la mattina della partenza ritardo quell'oretta buona sul previsto per trovare un modo di fissare i bagagli sulla moto. Mi alzo comunque alle 5, un orario anti-umano, e di riffa e di raffa arrivo all'appuntamento in perfetto orario per la "partenza senza colazione". Penso di essere l'ultimo, e invece mentre saluto gli altri scopro che Scroto non solo non e' ancora arrivato, ma si e' svegliato un paio di minuti fa. Andiamo bene, visto che abbiamo il traghetto prima delle 13.00 e la strada per Livorno e' parecchia la preoccupazione monta un po'. Nell'attesa comincio a marcare il territorio (sara' un leit-motif di tutto il viaggio) e Canepazzo ne approfitta per rimuovere a colpi di scopa (!) il "leggerissimo" eccesso di grasso sparso sulla catena, sul cerchione, sulla gomma, sul mono, sul supporto, sul telaio...
Stefano utilizza il teletrasporto, e alle 7.20 si parte. Il primo tratto di Aurelia e' davvero noioso, ma dopo Grosseto di addentriamo nell'interno per qualche piacevole curvetta. Comincio a fare confidenza con le gomme nuove, che praticamente non ho ancora avuto modo di provare, e come gli altri mi risparmio decisamente in vista dei prossimi giorni. Pero', a dirla tutta, mi sento anche un bel po' arrugginito, visto che l'R6 da mesi riposava in garage; mi accorgo pero' che i mesi passati sul GS mi hanno cambiato l'impostazione di guida, ed ora entro molto piu' fluido nelle curve.
Si pero' quante curve sono? Si fa strada, strada, curve, curve, e non ci si ferma mai al benzinaio! Spersi nel mezzo della Toscana, ai piu' si accende la spia della riserva, e con non poca preoccupazione mi fermo a chiedere dove sia il distributore piu' vicino. Contando che mi dicono "a una quindicina" e che stimo di avere un'autonomia residua di 20km, proseguo con un pelo di gas e arrivo coi vapori al distributore. Ora, col pieno fatto e le gomme calde, si comincia a dare veramente il gassone; la strada e' piu' che divertente, e si procede velocemente. Ci fermiamo a un bivio ad aspettare gli altri, ma Danilo non arriva. In effetti un paio di bivi potevano essere male interpretabili in precedenza, e Danilo non risponde al telefono... Mentre ci cominciamo a preoccupare, notiamo che la moto di Lub perde liquidi. Sembra quello di raffreddamento; lo avevo notato un paio di giorni prima, ma quando lo avevamo controllato sembravano goccie residue; adesso invece la perdita e' decisa, e il volto di Lub si scurisce comprensibilmente. Spostiamo la moto all'ombra, e mentre grazie all'officina mobile del Cobra viene smontata la carena alla ricerca della perdita, gli altri pranzano. Arriva anche Danilo, che aveva girato da un'altra parte, e la perdita viene identificata proprio sulla pompa. Il suo meccanico al telefono lo tranquillizza abbastanza: basta che continui a mettere acqua per tutto il tempo e butti un occhio alla temperatura, e ce la dovrebbe fare. Ora pero' e' davvero tardi; il gruppone riparte, Lub, io, Zanza e Cane restiamo a rimontare la moto; Lub fa il pieno di bottigliette e le mette alla meno peggio sul ragno, con la conseguenza che alla terza curva fuori dal paese una cade, seminando il panico e il terrore fra gli amichi.
Siamo in ritardissimo: facciamo l'autostrada per risparmiare tempo, ma con i bagagli non possiamo di certo raggiungere velocita' Warp. Ecco infine il porto di Livorno! Imbocchiamo l'uscita, ma da la' in poi non ci sono piu' cartelli. Andiamo a istinto, e ovviamente sbagliamo strada un paio di volte. Entriamo a mazzetta dentro la stazione della Guardia di Finanza, un Ispettore ci guarda malissimo mentre con la faccia come il culo chiediamo dove sono gli imbarchi per la Corsica. Il Finanziere ci grazia e ripartiamo sperando di farcela - stiamo veramente parlando di minuti, se non secondi.
Arriviamo all'ingresso degli imbarchi e gli addetti all'ingresso ci salutano sventolando una immaginaria bandiera a scacchi (giuro) e facendoci cenno di dare il gas e sbrigarci. Arriviamo sottobordo che sono rimasti solo gli altri in fila, ad aspettarci. Saliamo al volo, e mentre le moto sono ancora accese il portellone inizia a chiudersi. Davvero per un pelo!!!
Abbandoniamo le moto nella stiva e saliamo sul ponte passeggeri. Sisio inizia la sua terribile battaglia contro il mare, e per sdrammatizzare si prende una leggerissima cotoletta con patate. Io mi sono fatto fuori i miei tre panini prosciutto cotto e mozzarella, e anche se non ho fame darei una bella spazzolata al self-service...
A bordo il tempo non passa mai, le 4 ore di traversata sembrano mille... inganniamo l'attesa prendendo il sole in coperta o girando per il traghetto. Poco prima di morire di inedia arriviamo a Bastia: scendiamo e ci fermiamo subito alla Yamaha davanti al porto per vedere se troviamo il pezzo di ricambio per Lub; la speranza e' vana, e mentre lui e Zanza ripartono per la sede periferica, dove il magazzino e' piu' fornito, noi altri si parte in direzione Corte.
Ecco le prime curve, e finalmente il primo gas vero!! L'asfalto Corso ci sorride, e mentalmente resetto tutti i parametri di guida. Arriviamo all'albergo col sorriso, ed in breve scarichiamo le moto e ci facciamo una rapida doccia. Andiamo al solito ristorante dove la signora non c'e' (scopriremo che e' stata appena operata), ma la sorella ci riconosce e ci fa lo stesso prezzo degli altri anni. Mangiamo bene e tanto come al solito, ci diamo giu' anche col vino, e poi ci dirigiamo verso le stanze per dormire, visto che domani si fa sul serio. Nicoletta mi chiede: "adesso che sono in Corsica ce li ho i mesi, Cobre'?" E no ragazza, ancora non hai visto niente...
26 Aprile - Giorno 2
Ieri ci siamo l'appuntamento per la partenza alle 9.30, ma gia' alle 6.00 i richiami dei Motosangliers cominciano a scuotere l'albergo dalle fondamenta. Il povero Canepazzo ha una faccia distrutta, nella notte non l'ho fatto dormire a forza di russare come un
, spero che non me la faccia scontare domani notte! E comunque anche io sono ancora distrutto, che col vino che mi sono bevuto ieri sera sto ancora in coma... Mi alzo con calma, preparo le cose e la videocamera da montare, ho tutto il tempo... alle 8.30 bussa Sisio con Sante: hanno deciso di anticipare la partenza alle 9.00!! E quando cavolo ce lo dite? Cane e' ancora sotto le pezze, in stanza scatta il panico, io ce la metto tutta e alle 9.15 scendo... ma non c'e' ancora nessuno. Maledetti bastardiiii!!!
Alla fine si parte (alle 10.15), e Lub inizia la sua tormentata storia coi click delle sospensioni. Ogni volta che ci fermiamo si mette a dare un click in piu', due click in meno, controlla la pressione delle gomme, sgonfia un po' di la', un po' di qua, non trova pace. La prima tappa e' veloce e divertente, verso Ajaccio e poi a sud, in uno dei veloci piu' guidati della vacanza. Tento di usare la videocamera, ma A) non so se sta registrando, visto che il sole batte sulloschermo, e B) non capisco se l’ottica e’ messa a fuoco!
Fa un caldo bestia, percui ci fermiamo a Propiano per pranzo. Si suda come nemmeno nelle canzoni esitve, percui optiamo per un pranzo leggero. Durante la pappa si avvicina un Municipale del posto, e molto cortesemente ci chiede se possiamo spostare le moto da un’altra parte, altrimenti ci deve far pagrae una tariffa.Gentile e disponibile... proprio come a Roma!
Proseguiamo in direzione Bonifacio, oltrepassiamo il piazzale “Panino 7 Euro” e ci fermiamo prima della “curva Lub”. In effetti volevamo fermarci a quella giusta, ma... ci siamo sbagliati! Comunque facciamo un paio di foto e ripartiamo, anche perche’ c’e’ un vento pazzesco, dal mare arrivano delle folate micidiali, tanto che alla “Curva Lub” (quella vera) rischio di cadere due volte a poco piu’ di 50km/h.
Ci si ferma a Porto Vecchio per fare benzina, e Nicoletta mi chiede: “ce li ho adesso i mesi?” Noneeeee.... e’ troppo presto! Riparto per ultimo, vedo piu’ o meno la direzione che hanno preso gli altri, ma alle due successive rotonde non c’e’ nessuno... e non c’e’ nessun cartello per Zonza!! Vado un po’ a memoria, passo sul lungo mare, poi trovo qualche indicazione sparuta. Alla fine chiedo, e i locali mi confermano di essere sulla ortta giusta; solo che ho perso quasi un quarto d’ora! Mi metto a mazzetta sulla strada che porta a Zonza, e l’asfalto mi porta su un fantastico tracciato collinare, poi montagnoso, fino dentro una foresta. Gli do il gassone ma non riesco a riprendere gli altri; giusto il tempo di passare una carovana di BMW ed ecco che gli altri si sono fermati su un piazzale vicino ad un magnifico laghetto. Come scendo mi chiedono se ho visto Sisio; no, non l’ho visto, e la cosa li preoccupa perche’ Cane dice che fino a un certo punto era dietro di lui. Noto pero’ che anche Marcaccio e Stefy non sono con noi, e ricordo che avevano detto di voler tornare diretti a Corte. Decidiamo di aspettare, attendendo l’arrivo di Sisio o un suo sms, che pero’ non si materializza. I minuti passano, cresce l’apprensione sulla sponda di quel placido lago (bersagliato da giganteschi massi scagliati dai Motocinghiali), e mentre ci stiamo per dividere ecco arrivare Sisio che scrolla la testa. Penso subito a qualche problema con la moto, ma si sta riferendo alle gomme che non lo aiutano per niente; non ti avevamo tutti detto di cambiarle, Preside’? Comunque alla domanda sul dove stava, Sisio risponde che si era fermato a salutare Marcaccio “5 minuti”... Lo sommergiamo di insulti e ripartiamo a mazzetta, ma poco prima di Zonza la strada regala perle del calibro di radici, buche, gobbe, arricciamenti continui dell’asfalto e brecciolino. Dopo il centro abitato la strada prosegue in salita e si allarga, ma e’ un bluff: ecco che subito si stringe, si sporca, si fa tortuosa, e scollinando la cresta (dove c’e’ un paesino di baracche che sembra uscito da un mondo di favole) la situazione non fa che peggiorare; oltre ai gia’ citati ostacoli, si fa sotto anche la nebbia. Io sono stanchissimo, calo vistosamente il ritmo, mi raggiungono Zanzara, Danilo e Canepazzo, li faccio passare e poi mi ci attacco cercando un riferimento; il paesaggio sarebbe anche bellissimo, se si potesse vederlo... Per fortuna dopo poco la strada torna ad allargarsi e riesco a seguirli quasi agevolmente.
Arriviamo a valle, ci fermiamo all’incrocio dove finalmente possiamo riposarci (io mi siedo a terra, non ce la faccio piu’) e piano piano arrviano anche gli altri. Quando arriva Ransie, ci racconta di aver perso la posteriore in curva sullo sporco, di aver pinzato e, visto il burrone farsi sempre piu’ vicino, aver chiuso gli occhi... prima di fermarsi miracolosamente con l’anteriore su una pietra, gia’ qualche centimetro oltre il ciglio della strada. Ecco, ora ce li hai i mesi!
Si riparte: Solenzara, poi il bivio per Corte. Qua si chiude la vena, e davanti si scatena il panico: a gas aperto (le velocita’ non ve le dico) percorriamo il velocissimo ma guidato tratto di strada che probabilmente amo di piu’ in tutta la Corsica. Lub, Zanza, SHT, Sante, Sisio, Scroto, io e Perepe’ infrangiamo il muro del suono, torniamo indietro nel tempoe nonostante tutto arriviamo vivi a Corte. Al benzinaio abbiamo un sorriso che nemmeno i bambini la mattina di Natale con la neve, l’adrenalina sta a mille, sembra di essere usciti da uno scontro a fuoco coi vietcong! Arrivano gli altri, rientriamo in albergo, una doccia veloce e poi la pappa con annessa dormita: siamo davvero troppo stanchi, ma che giornata!

Ieri ci siamo l'appuntamento per la partenza alle 9.30, ma gia' alle 6.00 i richiami dei Motosangliers cominciano a scuotere l'albergo dalle fondamenta. Il povero Canepazzo ha una faccia distrutta, nella notte non l'ho fatto dormire a forza di russare come un





Alla fine si parte (alle 10.15), e Lub inizia la sua tormentata storia coi click delle sospensioni. Ogni volta che ci fermiamo si mette a dare un click in piu', due click in meno, controlla la pressione delle gomme, sgonfia un po' di la', un po' di qua, non trova pace. La prima tappa e' veloce e divertente, verso Ajaccio e poi a sud, in uno dei veloci piu' guidati della vacanza. Tento di usare la videocamera, ma A) non so se sta registrando, visto che il sole batte sulloschermo, e B) non capisco se l’ottica e’ messa a fuoco!
Fa un caldo bestia, percui ci fermiamo a Propiano per pranzo. Si suda come nemmeno nelle canzoni esitve, percui optiamo per un pranzo leggero. Durante la pappa si avvicina un Municipale del posto, e molto cortesemente ci chiede se possiamo spostare le moto da un’altra parte, altrimenti ci deve far pagrae una tariffa.Gentile e disponibile... proprio come a Roma!
Proseguiamo in direzione Bonifacio, oltrepassiamo il piazzale “Panino 7 Euro” e ci fermiamo prima della “curva Lub”. In effetti volevamo fermarci a quella giusta, ma... ci siamo sbagliati! Comunque facciamo un paio di foto e ripartiamo, anche perche’ c’e’ un vento pazzesco, dal mare arrivano delle folate micidiali, tanto che alla “Curva Lub” (quella vera) rischio di cadere due volte a poco piu’ di 50km/h.
Ci si ferma a Porto Vecchio per fare benzina, e Nicoletta mi chiede: “ce li ho adesso i mesi?” Noneeeee.... e’ troppo presto! Riparto per ultimo, vedo piu’ o meno la direzione che hanno preso gli altri, ma alle due successive rotonde non c’e’ nessuno... e non c’e’ nessun cartello per Zonza!! Vado un po’ a memoria, passo sul lungo mare, poi trovo qualche indicazione sparuta. Alla fine chiedo, e i locali mi confermano di essere sulla ortta giusta; solo che ho perso quasi un quarto d’ora! Mi metto a mazzetta sulla strada che porta a Zonza, e l’asfalto mi porta su un fantastico tracciato collinare, poi montagnoso, fino dentro una foresta. Gli do il gassone ma non riesco a riprendere gli altri; giusto il tempo di passare una carovana di BMW ed ecco che gli altri si sono fermati su un piazzale vicino ad un magnifico laghetto. Come scendo mi chiedono se ho visto Sisio; no, non l’ho visto, e la cosa li preoccupa perche’ Cane dice che fino a un certo punto era dietro di lui. Noto pero’ che anche Marcaccio e Stefy non sono con noi, e ricordo che avevano detto di voler tornare diretti a Corte. Decidiamo di aspettare, attendendo l’arrivo di Sisio o un suo sms, che pero’ non si materializza. I minuti passano, cresce l’apprensione sulla sponda di quel placido lago (bersagliato da giganteschi massi scagliati dai Motocinghiali), e mentre ci stiamo per dividere ecco arrivare Sisio che scrolla la testa. Penso subito a qualche problema con la moto, ma si sta riferendo alle gomme che non lo aiutano per niente; non ti avevamo tutti detto di cambiarle, Preside’? Comunque alla domanda sul dove stava, Sisio risponde che si era fermato a salutare Marcaccio “5 minuti”... Lo sommergiamo di insulti e ripartiamo a mazzetta, ma poco prima di Zonza la strada regala perle del calibro di radici, buche, gobbe, arricciamenti continui dell’asfalto e brecciolino. Dopo il centro abitato la strada prosegue in salita e si allarga, ma e’ un bluff: ecco che subito si stringe, si sporca, si fa tortuosa, e scollinando la cresta (dove c’e’ un paesino di baracche che sembra uscito da un mondo di favole) la situazione non fa che peggiorare; oltre ai gia’ citati ostacoli, si fa sotto anche la nebbia. Io sono stanchissimo, calo vistosamente il ritmo, mi raggiungono Zanzara, Danilo e Canepazzo, li faccio passare e poi mi ci attacco cercando un riferimento; il paesaggio sarebbe anche bellissimo, se si potesse vederlo... Per fortuna dopo poco la strada torna ad allargarsi e riesco a seguirli quasi agevolmente.
Arriviamo a valle, ci fermiamo all’incrocio dove finalmente possiamo riposarci (io mi siedo a terra, non ce la faccio piu’) e piano piano arrviano anche gli altri. Quando arriva Ransie, ci racconta di aver perso la posteriore in curva sullo sporco, di aver pinzato e, visto il burrone farsi sempre piu’ vicino, aver chiuso gli occhi... prima di fermarsi miracolosamente con l’anteriore su una pietra, gia’ qualche centimetro oltre il ciglio della strada. Ecco, ora ce li hai i mesi!
Si riparte: Solenzara, poi il bivio per Corte. Qua si chiude la vena, e davanti si scatena il panico: a gas aperto (le velocita’ non ve le dico) percorriamo il velocissimo ma guidato tratto di strada che probabilmente amo di piu’ in tutta la Corsica. Lub, Zanza, SHT, Sante, Sisio, Scroto, io e Perepe’ infrangiamo il muro del suono, torniamo indietro nel tempoe nonostante tutto arriviamo vivi a Corte. Al benzinaio abbiamo un sorriso che nemmeno i bambini la mattina di Natale con la neve, l’adrenalina sta a mille, sembra di essere usciti da uno scontro a fuoco coi vietcong! Arrivano gli altri, rientriamo in albergo, una doccia veloce e poi la pappa con annessa dormita: siamo davvero troppo stanchi, ma che giornata!






27 Aprile - Giorno 3
Ci svegliamo con un nebbione incredibile. I richiami cinghialeschi mattinieri arrivano soffosi, stamattina, forse per il fatto che quasi non c'e' visibilita' fuori. So che il clima Corso e' particolare e variabile, ma sono un po' preoccupato per la foschia fittissima. Partiamo per Ponte Leccia, e pochi chilometri fuori Corte la nebbia si dirada, lasciando la scena ad un sole caldo ed acceso. Giriamo per Piedicroce, e la strada e' panoramicissima ma non certo facile: stretta, a tratti sporca, con un lato su un burrone infinito; di certo non e' il momento di spingere, visto che siamo ancora stanchi della giornata di ieri. Dopo Piedicroce la strada diventa davvero difficile, e quando arriviamo a Cervione e' necessaria una sosta per riposarci, alla vista di una gola che sfocia sul mare.
Finalmente arriviamo a Bastia, dove ci fermiamo al baretto del Panbagne', dove Canepazzo puo' sfoderare altri fantastici neologismi francesi. Il locale e' ripieno di dodi e latticini di varie forme e dimensioni, e non e' facile restare calmi fino alla fine del pasto; la fame rimane tanta, chissa' per quale motivo?
Ripartiamo per il dito; Zanzara vorrebbe fare il giro in senso orario perche' teme il burroneggiamento infinito sul mare, ma, utilizzando una parafrasi, non se lo caga nessuno e lo diamo tutto in senso Est -> Ovest. La prima parte della strada ha un buon asfalto, e il gas si spreca; arrivati a Macinaggio mi aspetto il peggio, e faccio passare Danilo che ha una moto sicuramente piu' agile sullo sporco. E invece hanno riasfaltato da poco!! Riapro il gas ma Danilo e' ormai lontano: quando arriviamo a Cap Corse (in un battibaleno) il bastardo mi percula tutto il tempo. Il panorama e' stupendo, e quando Marco Francardi arriva si nota una certa aura estasica intorno alla sua folta criniera; probabilmente dovremo sedarlo prima di tornare alla base. E' ora di scendere; dopo poco la strada si trasforma in un susseguirsi di fango, breccia, sassolini e detriti, il tutto costellato di veicoli da lavoro a bordo strada. Fortunatamente dopo poco l'asfalto torna adatto ai cinghiali e gli diamo il gassone un'altra volta. Quando arriviamo a valle Sisio ci fa notare che c'erano dei cartelli "strada chiusa" subito prima dei lavori. Ah si? Non li aveva visti nessuno. Vabbe', non ci facciamo di certo scoraggiare da qualche strada chiusa!
Mentre ci riposiamo al baretto privo di sostanze alimentari ma solo di verdure o bevande (Perepe' assicura che quei cetrioli sono troppo piccoli per le sue necessita') notiamo che Scroto oltre a non essersi fermato, non torna nemmeno indietro. Dopo mezz'ora arriva il messaggio "vi aspetto a St.Florant". I matti. Arriva il momento della Isle Rouge - St.Florant; peccato farla nel tardo pomeriggio da stanchi morti, pero' il divertimento e' sempre tanto. Arriviamo in fondo e prendiamo d'assalto il cartello delle indicazioni stradali: il MistoStretto e' stato qui! Si torna a Ponte Leccia utilizzando la propulsione magnetica, e mentre facciamo benzina Scroto ingaggia battaglia con Sante: "prendimi", gli dice, con tono di sfida. Stefano parte a mazzetta, dietro Danilo e poi parto io; gli altri appena si infilano il casco. Superiamo i piccoli centri abitati e passo Danilo; negli specchietti vedo Lub e in uscita di curva lo faccio passare. Poi c'e' un bel rettilineo, e Sante mi svernicia mentre vado ad una velocita' che proprio nun se po' di'. Mi attacco ai due, e mentre facciamo le scie bianche nell'aria raggiungiamo il discesone per Corte. Al bivio c'e' Scroto che ci accoglie con una danza del tutto particolare, con simpatici movimenti da "omino de ferro" che si fa beffe degli inseguitori... insomma, il Bianconiglio non si e' fatto prendere!!
Ci svegliamo con un nebbione incredibile. I richiami cinghialeschi mattinieri arrivano soffosi, stamattina, forse per il fatto che quasi non c'e' visibilita' fuori. So che il clima Corso e' particolare e variabile, ma sono un po' preoccupato per la foschia fittissima. Partiamo per Ponte Leccia, e pochi chilometri fuori Corte la nebbia si dirada, lasciando la scena ad un sole caldo ed acceso. Giriamo per Piedicroce, e la strada e' panoramicissima ma non certo facile: stretta, a tratti sporca, con un lato su un burrone infinito; di certo non e' il momento di spingere, visto che siamo ancora stanchi della giornata di ieri. Dopo Piedicroce la strada diventa davvero difficile, e quando arriviamo a Cervione e' necessaria una sosta per riposarci, alla vista di una gola che sfocia sul mare.
Finalmente arriviamo a Bastia, dove ci fermiamo al baretto del Panbagne', dove Canepazzo puo' sfoderare altri fantastici neologismi francesi. Il locale e' ripieno di dodi e latticini di varie forme e dimensioni, e non e' facile restare calmi fino alla fine del pasto; la fame rimane tanta, chissa' per quale motivo?
Ripartiamo per il dito; Zanzara vorrebbe fare il giro in senso orario perche' teme il burroneggiamento infinito sul mare, ma, utilizzando una parafrasi, non se lo caga nessuno e lo diamo tutto in senso Est -> Ovest. La prima parte della strada ha un buon asfalto, e il gas si spreca; arrivati a Macinaggio mi aspetto il peggio, e faccio passare Danilo che ha una moto sicuramente piu' agile sullo sporco. E invece hanno riasfaltato da poco!! Riapro il gas ma Danilo e' ormai lontano: quando arriviamo a Cap Corse (in un battibaleno) il bastardo mi percula tutto il tempo. Il panorama e' stupendo, e quando Marco Francardi arriva si nota una certa aura estasica intorno alla sua folta criniera; probabilmente dovremo sedarlo prima di tornare alla base. E' ora di scendere; dopo poco la strada si trasforma in un susseguirsi di fango, breccia, sassolini e detriti, il tutto costellato di veicoli da lavoro a bordo strada. Fortunatamente dopo poco l'asfalto torna adatto ai cinghiali e gli diamo il gassone un'altra volta. Quando arriviamo a valle Sisio ci fa notare che c'erano dei cartelli "strada chiusa" subito prima dei lavori. Ah si? Non li aveva visti nessuno. Vabbe', non ci facciamo di certo scoraggiare da qualche strada chiusa!

Mentre ci riposiamo al baretto privo di sostanze alimentari ma solo di verdure o bevande (Perepe' assicura che quei cetrioli sono troppo piccoli per le sue necessita') notiamo che Scroto oltre a non essersi fermato, non torna nemmeno indietro. Dopo mezz'ora arriva il messaggio "vi aspetto a St.Florant". I matti. Arriva il momento della Isle Rouge - St.Florant; peccato farla nel tardo pomeriggio da stanchi morti, pero' il divertimento e' sempre tanto. Arriviamo in fondo e prendiamo d'assalto il cartello delle indicazioni stradali: il MistoStretto e' stato qui! Si torna a Ponte Leccia utilizzando la propulsione magnetica, e mentre facciamo benzina Scroto ingaggia battaglia con Sante: "prendimi", gli dice, con tono di sfida. Stefano parte a mazzetta, dietro Danilo e poi parto io; gli altri appena si infilano il casco. Superiamo i piccoli centri abitati e passo Danilo; negli specchietti vedo Lub e in uscita di curva lo faccio passare. Poi c'e' un bel rettilineo, e Sante mi svernicia mentre vado ad una velocita' che proprio nun se po' di'. Mi attacco ai due, e mentre facciamo le scie bianche nell'aria raggiungiamo il discesone per Corte. Al bivio c'e' Scroto che ci accoglie con una danza del tutto particolare, con simpatici movimenti da "omino de ferro" che si fa beffe degli inseguitori... insomma, il Bianconiglio non si e' fatto prendere!!

28 Aprile - Giorno 4
Siamo tutti pieni di bolle, come negli scorsi anni. Ci deve essere qualcosa nel cibo che ci fa spuntare le setole, evidentemente.
Si parte per le gole dietro Corte e per la Scala di Santa Regina; ovviamente, come deciso in partenza con una velocita' moderata... Per i primi 5km; poi si torna agli stessi ritmi degli altri giorni. Si passa dalle gole alla salita della montagna, poi finalmente entrando della foresta rallentiamo, anche perche' ci aspetta uno zoo: mucche, capre, maiali, giraffe, bisonti, koala mannari e piovre giganti ci sbarrano la strada. Raggiungiamo il solito punto di ristoro per fare amicizia con una famiglia di processionarie e per bere un succo di frutta cornettato, congratulandoci per lo spettacolo della natura che ancora una volta non abbiamo visto, concentrati al togliere due decimi al giro sulle tortuose strade Corse.
Si riparte ed ecco il Col de Salvi: siamo tutti a gassone, ma a un certo punto sento un inquietante scatto sulla leva ogni volta che freno. Visto che ultimamente in molti mi hanno parlato benissimo della mia pompa PT, che da un pezzo non riesco a far tornare performante come da nuova, mi cago praticamente sotto a ogni curva. Pelo un po' il gas, freno un po' prima, ma proprio non ce la faccio a fare a passeggio quella strada che proprio ti invoglia a finir di sotto dai burroni; quando arrivo giu' comincio a smanettare sulla leva, e insieme a Perepe' e Marcaccio scopro che - probabilmente - dipende tutto dal distanziatore, che ha fatto un mezzo giro per conto suo. Se il problema era quello, lo abbiamo risolto; nel dubbio, comincio a salutare tutti come fosse l'ultima volta che li vedo, che non si sa mai.
Arriva Stefy, che su una curva ha fatto un simpatico dritto di quelli davvero davvero simpatici; fortunatamente c'era un piazzale a far da via di fuga e una salitella a rallentare eventuali motocicliste prima di impattare con alberi e rocce. Lub rabbocca come ormai fa ogni 100km, io marco il territorio come faccio ad ogni sosta, Zanza chiede scusa ad una BWM che ha passato in terza posizione perche' Ransie gli e' uscita davanti.
Parto in fondo con Lub, Sisio, Zanza, Scroto e SHT; in breve raggiungiamo Nico. Gli altri la passano sul rettilineo, io dovrei forzare e aspetto. Si fanno due-tre curve di fila, poi c'e' un breve dritto; lei si sposta a destra e pela il gas, io apro per passare ma evidentemente lei non si era accorta; mi chiude la curva davanti e io per non metterla in difficolta' utilizzo una mezza metrata di corsia opposta, su una curva cieca, mentre arriva una macchina all'improvviso... pinzo e spero in bene, anche perche' annullare il sorpasso ormai non era possibile, e sto arrivando davvero troppo forte. Sia come sia ci metto una pezza, faccio la curva e mi giro per vedere com'e' la situazione. Tutto a posto, mi chiarisco con Nico (oh, non capirsi capita) e si prosegue fino a pranzo; il lungomare di Cargese ci regala un buon gnam gnam ed una bella vista. Mentre ordiniamo arriva Scroto che (ancora!) era andato dritto e non si era fermato. Sudato come un cinghiale, si siede cominciando a smadonnare perche' del menu' non si capisce niente. Ma aspettare proprio no?
Finiamo il pasto, Ransie riparte a cannone a moto fredda. Mentre ci preoccupiamo per le sue bielle, raggiungiamo Piana e poi Porto, con le sue gole e la strada stretta stretta, e le vedute incredibili. Superiamo Bocca Palmarella, scendiamo in pianura con la strada che si apre e torna ad essere veloce, fino a che trovo la moto di Ransie parcheggiata a lato della strada con lei seduta casco in testa, modello bambolotto a dare la schiena a chi sopraggiunge. La mia spiccata intelligenza mi fa capire che forse qualcosa non quadra; accosto e capisco che sta avendo un calo di pressione. Arriva anche Flavio e la facciamo spostare all'ombra. Fornisco una bottiglietta d'acqua che Amelia riempie di vitamine effervescenti che nemmeno Coca e Mentos; poi appena si riprende torniamo 300mt prima dove c'e' un bar. Fa un gran caldo, si beve un sacco, si suda e si marca il territorio.
E' tempo di andare, ma solo i piu' coraggiosi seguono il giro completo: quello lungo costa, dove le strade sono state perlomeno pulite e rattoppate dalla nostra ultima visita, alla faccia dei pavidi che ci attendono direttamente a Calvi. Da la a Ile Rousse ingaggio un duello con Sisio, che dura fino a che il vento non si mette di traverso e rovina la festa. Chiudo il gas e lascio andare gli altri, che non mi sento tranquillo. A Ponte Leccia riprende la caccia al Bianconiglio, che astutamente semina i cacciatori dietro una casa prima di superarli in velocita'; ma non serve a salvargli la coda, strappata da Joe Sante Falchetto che plana dall'alto coi suoi affilati artigli.
A cena c'e' un menu speciale a base di Bianconiglio, e salta fuori che tutti hanno fatto un lungo da qualche parte o sbagliato un sorpasso. Portiamo i nostri regali alla sorella della signora del ristorante, che probabilmente sta parecchio male da quel che riesco a percepire dalle sue parole. Si chiude la serata al bar in piazza, con birre e chiacchiere. Domani sicuramente piove.
Siamo tutti pieni di bolle, come negli scorsi anni. Ci deve essere qualcosa nel cibo che ci fa spuntare le setole, evidentemente.
Si parte per le gole dietro Corte e per la Scala di Santa Regina; ovviamente, come deciso in partenza con una velocita' moderata... Per i primi 5km; poi si torna agli stessi ritmi degli altri giorni. Si passa dalle gole alla salita della montagna, poi finalmente entrando della foresta rallentiamo, anche perche' ci aspetta uno zoo: mucche, capre, maiali, giraffe, bisonti, koala mannari e piovre giganti ci sbarrano la strada. Raggiungiamo il solito punto di ristoro per fare amicizia con una famiglia di processionarie e per bere un succo di frutta cornettato, congratulandoci per lo spettacolo della natura che ancora una volta non abbiamo visto, concentrati al togliere due decimi al giro sulle tortuose strade Corse.
Si riparte ed ecco il Col de Salvi: siamo tutti a gassone, ma a un certo punto sento un inquietante scatto sulla leva ogni volta che freno. Visto che ultimamente in molti mi hanno parlato benissimo della mia pompa PT, che da un pezzo non riesco a far tornare performante come da nuova, mi cago praticamente sotto a ogni curva. Pelo un po' il gas, freno un po' prima, ma proprio non ce la faccio a fare a passeggio quella strada che proprio ti invoglia a finir di sotto dai burroni; quando arrivo giu' comincio a smanettare sulla leva, e insieme a Perepe' e Marcaccio scopro che - probabilmente - dipende tutto dal distanziatore, che ha fatto un mezzo giro per conto suo. Se il problema era quello, lo abbiamo risolto; nel dubbio, comincio a salutare tutti come fosse l'ultima volta che li vedo, che non si sa mai.
Arriva Stefy, che su una curva ha fatto un simpatico dritto di quelli davvero davvero simpatici; fortunatamente c'era un piazzale a far da via di fuga e una salitella a rallentare eventuali motocicliste prima di impattare con alberi e rocce. Lub rabbocca come ormai fa ogni 100km, io marco il territorio come faccio ad ogni sosta, Zanza chiede scusa ad una BWM che ha passato in terza posizione perche' Ransie gli e' uscita davanti.
Parto in fondo con Lub, Sisio, Zanza, Scroto e SHT; in breve raggiungiamo Nico. Gli altri la passano sul rettilineo, io dovrei forzare e aspetto. Si fanno due-tre curve di fila, poi c'e' un breve dritto; lei si sposta a destra e pela il gas, io apro per passare ma evidentemente lei non si era accorta; mi chiude la curva davanti e io per non metterla in difficolta' utilizzo una mezza metrata di corsia opposta, su una curva cieca, mentre arriva una macchina all'improvviso... pinzo e spero in bene, anche perche' annullare il sorpasso ormai non era possibile, e sto arrivando davvero troppo forte. Sia come sia ci metto una pezza, faccio la curva e mi giro per vedere com'e' la situazione. Tutto a posto, mi chiarisco con Nico (oh, non capirsi capita) e si prosegue fino a pranzo; il lungomare di Cargese ci regala un buon gnam gnam ed una bella vista. Mentre ordiniamo arriva Scroto che (ancora!) era andato dritto e non si era fermato. Sudato come un cinghiale, si siede cominciando a smadonnare perche' del menu' non si capisce niente. Ma aspettare proprio no?

Finiamo il pasto, Ransie riparte a cannone a moto fredda. Mentre ci preoccupiamo per le sue bielle, raggiungiamo Piana e poi Porto, con le sue gole e la strada stretta stretta, e le vedute incredibili. Superiamo Bocca Palmarella, scendiamo in pianura con la strada che si apre e torna ad essere veloce, fino a che trovo la moto di Ransie parcheggiata a lato della strada con lei seduta casco in testa, modello bambolotto a dare la schiena a chi sopraggiunge. La mia spiccata intelligenza mi fa capire che forse qualcosa non quadra; accosto e capisco che sta avendo un calo di pressione. Arriva anche Flavio e la facciamo spostare all'ombra. Fornisco una bottiglietta d'acqua che Amelia riempie di vitamine effervescenti che nemmeno Coca e Mentos; poi appena si riprende torniamo 300mt prima dove c'e' un bar. Fa un gran caldo, si beve un sacco, si suda e si marca il territorio.
E' tempo di andare, ma solo i piu' coraggiosi seguono il giro completo: quello lungo costa, dove le strade sono state perlomeno pulite e rattoppate dalla nostra ultima visita, alla faccia dei pavidi che ci attendono direttamente a Calvi. Da la a Ile Rousse ingaggio un duello con Sisio, che dura fino a che il vento non si mette di traverso e rovina la festa. Chiudo il gas e lascio andare gli altri, che non mi sento tranquillo. A Ponte Leccia riprende la caccia al Bianconiglio, che astutamente semina i cacciatori dietro una casa prima di superarli in velocita'; ma non serve a salvargli la coda, strappata da Joe Sante Falchetto che plana dall'alto coi suoi affilati artigli.
A cena c'e' un menu speciale a base di Bianconiglio, e salta fuori che tutti hanno fatto un lungo da qualche parte o sbagliato un sorpasso. Portiamo i nostri regali alla sorella della signora del ristorante, che probabilmente sta parecchio male da quel che riesco a percepire dalle sue parole. Si chiude la serata al bar in piazza, con birre e chiacchiere. Domani sicuramente piove.
29 Aprile - Giorno 5
Ci svegliamo con calma, alle 7,30; fuori fa schifo schifo, bagnato, nuvoloso, freddo. Ce la prendiamo comoda, e facciamo colazione tutti insieme in albergo. Il ragazzo della reception ci guarda malissimo, poi apparecchia; ce l'ha con noi perche' in effetti siamo un tantino setolosi. Finita la pappa, inganniamo il tempo vedendo un po' di video, poi salutiamo Marcaccio e Stefy che partono prima di noi. Si fanno le 11.30, non piove, partiamo per le gole di Restonica, proprio dietro l'angolo; Zanza e Perepe' invece restano in albergo. La strada non e' semplicissima, ma che spettacolo!!! Due coste di montagna si chiudono su di noi, in mezzo a un boschetto. In effetti non c'e' margine per errori, ma andiamo veramente a passeggio e arriviamo su contenti di aver scelto di partire. Comincia anche a far caldo, e al rifugio "benziniamo" con ricotta, formaggi e affettati. Al momento di ripartire sento come "na puntarella", scendo giu' e avverto gli altri che torno in albergo a svuotare il serbatoio; li avrei raggiunti piu' avanti, sulla parte veloce del percorso. Gli ultimi sconnessi metri non sono di aiuto, e arrivo per un pelo al bagno: provoco un mezzo terremoto, e intanto mi studio la cartina. Mi ricompongo e avverto Lub dove ci saremmo visti, mentre lui mi dice che la strada che stanno facendo e' sterrata. Riparto con calma ma gia' a Venaco inverto la marcia; a quanto pare la guerra non e' finita, e stavolta lo sconnesso mi da' il colpo di grazia. Mentre avverto Lub che do' forfait, lavo le mutande per levare la gioviale e simmetrica sgommata de mmerda dall'indumento intimo. Per le scale incontro Zanza e Danilo; anche Alessandro sta cedendo al Dio della Cacca, percui restiamo nella zona a riposare, passeggiare e cacare.
Finito di montare le borse sulla moto (domani si parte presto), prenotiamo il ristorante per stasera; si fanno le 21.00 ma degli altri ancora nessuna notizia. Posticipiamo di mezzora, e mentre stiamo andando arriva finalmente Scroto che, abbandonati gli altri in preda alla fame, ci dice che anche il gruppo ha avuto problemi cagherici e che sono almeno un'ora e mezza dietro, che hanno attraversato un terreno impervio e addirittura guadato un torrente. Sisio mi comunica che arriveranno con calma, percui ceniamo e anche molto bene! Mentre stiamo rientrando in albergo finalmente arrivano gli altri, che vanno a cena e poi tutti a nanna. Domani si parte prestissimo.
Ci svegliamo con calma, alle 7,30; fuori fa schifo schifo, bagnato, nuvoloso, freddo. Ce la prendiamo comoda, e facciamo colazione tutti insieme in albergo. Il ragazzo della reception ci guarda malissimo, poi apparecchia; ce l'ha con noi perche' in effetti siamo un tantino setolosi. Finita la pappa, inganniamo il tempo vedendo un po' di video, poi salutiamo Marcaccio e Stefy che partono prima di noi. Si fanno le 11.30, non piove, partiamo per le gole di Restonica, proprio dietro l'angolo; Zanza e Perepe' invece restano in albergo. La strada non e' semplicissima, ma che spettacolo!!! Due coste di montagna si chiudono su di noi, in mezzo a un boschetto. In effetti non c'e' margine per errori, ma andiamo veramente a passeggio e arriviamo su contenti di aver scelto di partire. Comincia anche a far caldo, e al rifugio "benziniamo" con ricotta, formaggi e affettati. Al momento di ripartire sento come "na puntarella", scendo giu' e avverto gli altri che torno in albergo a svuotare il serbatoio; li avrei raggiunti piu' avanti, sulla parte veloce del percorso. Gli ultimi sconnessi metri non sono di aiuto, e arrivo per un pelo al bagno: provoco un mezzo terremoto, e intanto mi studio la cartina. Mi ricompongo e avverto Lub dove ci saremmo visti, mentre lui mi dice che la strada che stanno facendo e' sterrata. Riparto con calma ma gia' a Venaco inverto la marcia; a quanto pare la guerra non e' finita, e stavolta lo sconnesso mi da' il colpo di grazia. Mentre avverto Lub che do' forfait, lavo le mutande per levare la gioviale e simmetrica sgommata de mmerda dall'indumento intimo. Per le scale incontro Zanza e Danilo; anche Alessandro sta cedendo al Dio della Cacca, percui restiamo nella zona a riposare, passeggiare e cacare.
Finito di montare le borse sulla moto (domani si parte presto), prenotiamo il ristorante per stasera; si fanno le 21.00 ma degli altri ancora nessuna notizia. Posticipiamo di mezzora, e mentre stiamo andando arriva finalmente Scroto che, abbandonati gli altri in preda alla fame, ci dice che anche il gruppo ha avuto problemi cagherici e che sono almeno un'ora e mezza dietro, che hanno attraversato un terreno impervio e addirittura guadato un torrente. Sisio mi comunica che arriveranno con calma, percui ceniamo e anche molto bene! Mentre stiamo rientrando in albergo finalmente arrivano gli altri, che vanno a cena e poi tutti a nanna. Domani si parte prestissimo.
30 Aprile - Giorno 6
Sveglia alle 5, e cagotto micidiale. La cosa non smette, ma bisogna metterci un tappo, volenti o nolenti. Fuori e' buio ma e' chiaro che abbia piovuto; siamo tutti sfatti e doloranti allo stomaco. E' chiaro che qualcosa ci ha fatto male, comincia l'investigazione per capire cosa. Dovremmo partire alle 6.30, ma la reception (e il garage) aprono alle 7; di corsa metto le cose dentro le borse e mentre sto per partire con l'ultimo gruppo inizia a piovere: che palle! Odio mettere l'antipioggia sopra la tuta, non riesco a guidare (e infatti metto solo la parte di sopra). Fortunatamente oltre Corte la pioggia smette, ma tutte le curve fino al mare non aiutano la mia situazione intestinale; anzi, e' proprio un macello. Finalmente arrivo sul dritto e mi sento un po' meglio; e' tardi, ma riusciamo ad arrivare al traghetto per tempo, e a imbarcarci con largo anticipo. Fra Travelgum e Imodium io, Sisio e Zanza ci cauteliamo, mentre gli altri sembrano tranquilli. A bordo si pranza (gli altri, io cerco di restare a stomaco vuoto) e si preparano gli itinerari per il prossimo anno; ma soprattutto, si identifica un "caffe' corretto" come causa dei nostri mali.
Arrivati a Livorno ci accoglie un asfalto bagnato e viscido (SHT tenta di sdraiarsi sul dritto appena fuori dal porto) e una fitta pioggia che ci portiamo avanti per parecchi chilometri. Quando smette ci fermiamo ad un benzinaio con bar per rifocillarci, io mi forzo a mangiare qualcosa sperando di non pentirmene. Sul canguro di Scroto viene montato un bianconiglio, e finalmente ci aspetta l'ultimo tratto di strada fino a casa: e' stato un viaggio fantastico, e nonostante gli inconvenienti dell'ultimo giorno ci siamo divertiti da pazzi.
Al prossimo anno!!!
Sveglia alle 5, e cagotto micidiale. La cosa non smette, ma bisogna metterci un tappo, volenti o nolenti. Fuori e' buio ma e' chiaro che abbia piovuto; siamo tutti sfatti e doloranti allo stomaco. E' chiaro che qualcosa ci ha fatto male, comincia l'investigazione per capire cosa. Dovremmo partire alle 6.30, ma la reception (e il garage) aprono alle 7; di corsa metto le cose dentro le borse e mentre sto per partire con l'ultimo gruppo inizia a piovere: che palle! Odio mettere l'antipioggia sopra la tuta, non riesco a guidare (e infatti metto solo la parte di sopra). Fortunatamente oltre Corte la pioggia smette, ma tutte le curve fino al mare non aiutano la mia situazione intestinale; anzi, e' proprio un macello. Finalmente arrivo sul dritto e mi sento un po' meglio; e' tardi, ma riusciamo ad arrivare al traghetto per tempo, e a imbarcarci con largo anticipo. Fra Travelgum e Imodium io, Sisio e Zanza ci cauteliamo, mentre gli altri sembrano tranquilli. A bordo si pranza (gli altri, io cerco di restare a stomaco vuoto) e si preparano gli itinerari per il prossimo anno; ma soprattutto, si identifica un "caffe' corretto" come causa dei nostri mali.
Arrivati a Livorno ci accoglie un asfalto bagnato e viscido (SHT tenta di sdraiarsi sul dritto appena fuori dal porto) e una fitta pioggia che ci portiamo avanti per parecchi chilometri. Quando smette ci fermiamo ad un benzinaio con bar per rifocillarci, io mi forzo a mangiare qualcosa sperando di non pentirmene. Sul canguro di Scroto viene montato un bianconiglio, e finalmente ci aspetta l'ultimo tratto di strada fino a casa: e' stato un viaggio fantastico, e nonostante gli inconvenienti dell'ultimo giorno ci siamo divertiti da pazzi.
Al prossimo anno!!!